Katia Mandelli Ghidini - "Scomposizioni multiple"

Da oggi fino al 12 maggio è possibile visitare l’esposizione dal titolo “Scomposizioni_multiple: dalle multiesposizioni al collage” dell’artista ticinese Katia Mandelli Ghidini presso la 9m2 gallery di Morcote.

 
“Questa esposizione è una potente miscela tra fotografia, fantasia, manualità e composizione. Senza dimenticare un piccolo tocco di retrò dato dalle singole stampe quadrate con il bordo bianco. In questa collezione troviamo tre principali categorie: le barche ormeggiate ai porti, i riflessi nell’acqua, le città con il loro caos. Partiamo da esposizioni multiple, scattate direttamente con la fotocamera senza l’ausilio di programmi di fotoritocco, passiamo quindi ai ritagli quadrati che diventano signole stampe, per arrivare infine alla ricomposizione quale collage.” Questa la spiegazione dell’artista Katia Mandelli Ghidini.
 
I formati proposti sono diversi: a partire dal semplice 20x30cm fino ad arrivare al 91x61cm. Il titolo di ogni signolo collage è scritto a mano dall’artista nello spazio in basso a sinistra, così come la data degli scatti originali. A destra si trova invece la firma dell’artista.
 
L’esposizione è visibile 24h/24, 7gg/7 mentre rimane su appuntamento la visita guidata.
 
Catalogo disponibile in galleria.
 
 
Presentazione a cura di Walter Ghidini

La realtà è fatta da punti di vista differenti, emozioni, verità multiple, spesso apparenti, eppure tutte vere e coesistenti nello stesso momento. Le dimensioni di questo multiverso sono potenzialmente illimitate e sono proprio le loro estensioni infinite che hanno affascinato ed infine catturato l’immaginazione dell’artista ticinese Katia Mandelli Ghidini. 

In questa sua ultima ricerca, Katia proietta la propria attenzione sui mondi quantistici che coesistono nello stesso spazio degli altri, ma una volta divisi diventano “fantasmi” ciascuno per l’altro, invisibili e impercettibili. Il caso, considerato inevitabile nella fisica dei quanti, in questa interpretazione scompare completamente: tutto ciò che può verificarsi accade sempre, nella somma di tutti i mondi. 

Il punto di partenza di questo misterioso e, nel contempo, allucinante viaggio, è lo scatto fotografico, l’attimo eterno che da unico diviene subito multiplo grazie al gioco delle  esposizioni multiple. Una nuova dimensione viene introdotta dall’artista quando ogni singola immagine precedentemente moltiplicata viene poi scomposta in singole stampe ed infine, nel gioco continuo delle trasformazioni, torna a ricomporsi come un collage.

Attraverso una progettualità articolata in scomposizioni multiple dell’originale, l’immagine subisce una metamorfosi nella forma e nella consistenza, abbandona la propria fissità statica e si moltiplica ripresentandosi come un’esplosione dinamica, dando origine a nuove soluzioni visive che si allontanano dal soggetto iniziale. 

Il dinamismo, la decostruzione e la proliferazione delle immagini, che richiamano frammenti di quotidianità, inducono alla trasposizione delle forme in un nuovo scenario, ultimato dall’interpretazione dello spettatore, verso la ricerca di nuove armonie.

“Scomposizioni multiple” è un lavoro che ha seguito un lungo processo di maturazione il cui embrione alberga nella mente di Katia da molto tempo, tempo durante il quale anche la tecnica ha potuto affinarsi per gradi fino al risultato odierno. I soggetti sui quali l’artista focalizza la propria ricerca sono essenzialmente tre; il caos cittadino in costante movimento (elemento destrutturante nella realtà), le imbarcazioni ormeggiate nei porti (tema caro all’artista) e i riflessi (contrappunto della realtà oggettiva). 

La scelta non casuale dell’antidinamico formato quadrato utilizzato per le stampe, serve a sottolineare ancora di più la stasi dell’attimo, di tutti gli attimi con i quali le immagini sono state inizialmente realizzate prima di essere destrutturate e ricomposte. Il formato quadrato è altresì il formato preferito dall’artista per le sue caratteristiche di equilibrio, perfezione e stabilità.

Ciò che oggi l’artista ci mostra quale frutto del proprio lavoro è una tassello intermedio di una più ampia ricerca che la coinvolge intimamente e sulla quale continua a lavorare.